La scoperta del patrimonio artistico del Comune di Torrita di Siena è un viaggio tra le sue Chiese, alcune delle più belle della Valdichiana Senese, che gelosamente custodiscono unici pezzi d’arte riconducibili alla scuola senese, ma non solo, e anche ad un sorprendente Donatello

La Chiesa di Santa Flora e Lucilla

La chiesa di Santa Flora e Lucilla per la ricchezza e la varietà tipologica delle opere contenute al suo interno può essere considerata un piccolo museo e costituisce, pertanto, una tappa obbligatoria per il turista e per l’appassionato d’arte che viene a visitare Torrita. 

 La struttura evidenzia un’eterogenea stratificazione di interventi che impediscono un’agile lettura ed una datazione certa. Si può ipotizzare, partendo dagli elementi architettonici più evidenti, una cronologia che oscilla tra il XII e XIII secolo. L’unico riferimento certo a cui è possibile attingere, vista l’assenza di fonti documentarie ascrivibili al XII secolo, è costituito da un pergamena conservata presso l’Archivio di Stato di Siena del 1233 in cui si si evince che Torrita era dotata di una propria organizzazione comunale. Come molte chiese della zona, l’edificio mostra un’impostazione architettonica ancora tenacemente legata alla tradizione romanica, con una planimetria ad unica navata. Il primo embrione della chiesa risale al IX-X, secolo anche se gli ultimi interventi alla struttura esterna risalgono al XV secolo. Come si legge sulla lapide in travertino, incastonata nella facciata, l’edificio fu sottoposto a restauro e consacrato per volontà del Rettore Messer Sano il 10 marzo 1425.  

 L’interno invece  è il risultato di varie manomissioni succedutesi nei secoli, da ultimo il massiccio intervento, avvenuto a cavallo tra gli anni 40’ e 50’ del secolo scorso, che ha interessato soprattutto gli altari barocchi integralmente smantellati sull’onda del Revival Gotico che si prefiggeva come obiettivo di ritrovare la purezza e l’originario assetto degli edifici. Al suo interno si possono ammirare le opere d’arte più significative di Torrita, la più preziosa delle quali è senza dubbio il bassorilievo marmoreo meglio conosciuto come “Lunetta di Donatello”.

Chiesa di Santa Flora e Lucilla

Il sangue del Redentore 

Il Redentore che risorge in mezzo ad una gloria di angeli e di serafini, è questa la scena rappresentata nella lunetta attribuita a Donatello ed esposta all’interno della Chiesa di Santa Flora e Lucilla. Tuttavia l’attribuzione dell’opera a Donatello è stata molto discussa dalla critica e unanimemente ritenuta parte di un tabernacolo composito uscito dalla bottega del maestro fiorentino, non si conosce però la collocazione originaria.

Fino al 1923 l’opera,  originariamente di proprietà dell’Amministrazione Ospedaliera,  era murata sulla porta d’ingresso dell’Oratorio della Madonna delle Nevi, per poi essere trasferita nel 1926 nel vestibolo dell’Ospedale e successivamente venduto illegalmente nel mercato antiquario. 

Fu dunque incaricato Fulvio Corsini, scultore e docente presso l’Istituto di Belle Arti di Siena, ad  eseguirne una copia in marmo di Carrara da sostituire all’originale. L’originale però, a seguito delle indagini avviate dalla magistratura, fu rintracciata e restituita alla comunità torritese.

Lunetta di Donatello
"Il sangue del Redentore" attribuito a Donatello

La Chiesa di Santa Croce

Costruita nel 1642, la chiesa si caratterizza per la facciata in cotto rosso con un portale dalle forme sobrie ed eleganti. Gli interni in stile barocco si caratterizza per la presenza di tre altari. Quello centrale dedicato al Crocefisso, dove si può appunto ammirare un crocifisso di legno attentamente scolpito  e conservato dentro una teca. Dietro l’altare maggiore si trova invece un dipinto su tela del XVII secolo, recentemente attribuito al pittore senese Rutilio Manetti, dove sono rappresentati San Carlo Borromeo insieme a San Francesco d’Assisi, entrambi in atto di preghiera di fronte alla Vergine col Bambino. L’altare sulla sinistra è invece dedicato alla Madonna di Loreto, rappresentata in una scultura di legno meglio conosciuta come “Madonna Nera”. Quello di destra è invece intitolato alla Madonna di Canoscio.

Chiesa di Santa Croce - Photo Credits Italyze.me

La Chiesa della Santissima Annunziata

 La chiesa venne costruita verso la metà del 1500.  La facciata a mattoni ha un timpano triangolare decorato da una fila di mensolette. Sulla sommità si trova il campanile in laterizi che termina in un cupolino.  L’ interno, ad un’unica navata, è impreziosito da ricche decorazioni settecentesche in stucco. Fra i dipinti, un tempo conservati, la Madonna col bambino e i santi Domenico e Caterina opera di scuola senese del XVII secolo. Sull’altare maggiore, che ospitava in origine la tela di Francesco Vanni con l’Annunciazione, attualmente nella Chiesa delle Sante Flora e Lucilla, sono ubicate due statue del Profeta Isaia e il Re David.  Annesso alla chiesa è l’oratorio del Santissimo Crocifisso, alle cui pareti si trovava una settecentesca Via Crucis in terracotta smaltata. Nel 1843 il locale venne dotato dell’elegante fonte battesimale in marmo giallo di Siena. Oggi l’edificio è sconsacrato ed ospita la sede della Contrada Porta Nova.  

Chiesa della SS Annunziata - Photo Credtis CTA Il Borgo

La Chiesa della Madonna delle Nevi

 

L’Oratorio della Madonna delle Nevi, sviluppatosi a partire da una Maestà di strada, è il frutto di varie modifiche ed ampliamenti.  Si racconta che a seguito di un evento miracoloso avvenuto nel 1525,  durante una grave pestilenza, la comunità di Torrita invocò la Vergine affinché terminasse l’epidemia.
La peste non fece più vittime dal giorno 5 di agosto di quello stesso anno, giorno della festa della Madonna delle Nevi.  La cappella, nel corso dei secoli ha subito degli ampliamenti, sempre a seguito di prodigi connessi al culto mariano.

Al suo interno domina la scena l’affresco posto sulla parete dell’altare che la rende una piccola e segreta “Cappella Sistina”.  L’opera, attribuita a Girolamo Benvenuto, raffigura al centro l’Assunzione di Maria, con la Vergine circondata da angeli musicanti ed in basso San Tommaso che afferra la cintura. Nelle nicchie superiori troviamo i Santi Costanzo e Flora e nelle due nicchie inferiori a sinistra troviamo San Rocco, il santo guaritore della peste, e a destra San Sebastiano, il santo che la previene, mentre nell’imbotte sono raffigurati Santa Lucilla e gli apostoli Pietro e Paolo. Sopra all’Assunzione troviamo l’Annunciazione. 

Si accede all’interno della cappella attraverso un loggiato preceduto a sua volta da un’elegante serliana in laterizio con colonne in arenaria. L’ingresso all’edificio è reso possibile grazie ad una scalinata in travertino. Nel timpano della porta d’accesso troviamo la seconda riproduzione della lunetta di Donatello in terracotta. 

La Chiesa della Madonna delle Fonti

La chiesa è situata fuori dal centro storico, nella strada che conduce a Sinalunga in località “Le Fonti”, da cui prende il nome. L’edificio, eretto nel 1665 venne costruito per commemorare i prodigi verificatisi intorno ad un’immagine in terracotta della Madonna, oggi dispersa, un tempo apposta sull’antica fonte. Pare che in antichità, nello stesso luogo dove ora si erge la chiesa, vi fosse un tempio dedicato al culto della divinità pagana di Ianus (Giano Bifronte).                                                               

Sulla facciata, intonacata ed arricchita dalla ricercata decorazione a mattoni, si apre un pregevole portale. L’interno, a croce latina, ospita sull’ altare laterale una tela con Santo adorante il crocifisso di Francesco Franci (1698).

La Chiesa si trova lungo il tratto della Via Lauretana che interessa Torrita.